Il 21 febbraio 2022 alle ore 16, il pomeriggio prima del 31° corteo in ricordo di Verbano, il pubblico ministero Erminio Amelio e il tenente colonnello del ROS Macilenti si recano a casa di Carla Verbano, chiedendole il massimo riserbo, per acquisire sommarie informazioni sulle indagini appena riaperte.
Le chiedono le solite cose, già scritte e annotate più volte. Carla racconta di nuovo cosa accadde quel 22 febbraio del 1980, racconta di come in questi 31 anni insieme al marito Sardo ha continuato a cercare la verità sulla morte del figlio, sia chiedendo informazioni ai compagni e alle compagne di Valerio, sia ai fascisti come Nistri, che forse più onesto di molti altre Le disse che quel 22 febbraio si trovava in carcere e che nulla ha mai saputo riguardo l’omicidio ma che anche lo avesse saputo non lo avrebbe mai detto poiché era stato in galera e non voleva mandarci nessuno.
Finanche chiese ai due mentitori Fioravanti e Mambro che risposero come sappiamo.
Ha ribadito che, per quanto ne sapesse Lei, durante lo scontro di piazza Annibaliano, Valerio perse il documento d’identità e che i fascisti quel giorno presenti ne vennero in possesso.
Cosa le dicono il PM e il tenente colonnello del ROS? Che le indagini stavano andando nella giusta direzione, di avere fiducia.
Sappiamo poi come è andata.