Il biondino con le unghie gonfie e ricurve

Esattamente 10 anni fa, l’undici marzo del 2011, esce una testimone indiretta dell’omicidio di Valerio Verbano.

Dieci anni dopo viene dichiarato prescritto il reato a Lei ascritto.

Archiviata la posizione dell’unica rinviata a giudizio riguardo l’omicidio di Valerio Verbano.

Archiviata per sopraggiunta prescrizione la posizione di Maura Raffaella Gualco, ex giornalista de L’Unità.

Il 3 febbraio si è tenuta l’ultima udienza presso il Tribunale di Roma del processo contro Gualco, accusata di di favoreggiamento aggravato.

Maura Gualco era, paradossalmente, dopo 40 anni e più dall’omicidio di Verbano, l’unica persona rinviata a giudizio, per aver affermato al telefono di conoscere uno degli assassini.

Si chiude così il filone secondario delle nuove indagini riguardo Valerio Verbano.

Secondo l’accusa, svolta dal PM Erminio Amelio, la donna avrebbe parlato al telefono con il suo vecchio sodale Roberto Nistri, riguardo l’omicidio e i suoi possibili autori ma davanti agli inquirenti, una volta chiamata alle sommarie informazioni, ha sempre negato tutto.

In questo modo, di fatto proteggendo dalle investigazioni almeno uno degli autori.

Il PM Erminio Amelio nella richiesta di archiviazione delle indagini del 28 agosto 2019 contro ignoti riguardo l’omicidio di Valerio scrive:

“A tale riguardo si cita la signora Maura Raffella Gualco che pur avendo parlato telefonicamente con Roberto Nistri, con assoluta sicurezza e disinvoltura della vicenda e di uno dei possibili autori del fatto del quale ha indicato particolari somatici, sentita più volte da questo ufficio ha negato la circostanza, di fatto proteggendo dalle investigazioni almeno uno degli autori si capisce bene che sarebbe stato fondamentale poter identificare almeno uno degli autori del fatto in quanto la personalità dello stesso. Fra le sue frequentazioni e i suoi rapporti con l’ambiente avrebbe poi consentito di identificare anche i suoi correi la condotta di Maura Gualco è stata quindi altamente negativa per lo sviluppo delle indagini e nei suoi confronti si procederà per il reato di favoreggiamento aggravato”1

Ma facciamo un passo indietro

L’11 marzo 2011, nel pieno del clamore mediatico e politico della riapertura delle indagini, il ROS, Reparto Anticrimine di Roma intercetta una telefonata di Maura Gualco a Roberto Nistri,

NR: “comunque quei rincoglioniti…quei pezzi di merda dei tuoi amici giornalisti…uno di Repubblica…mi hanno fatto un articolo di merda con nomi e cognomi…su Verbano…sapendo che io non c’entro un cazzo…però hanno fatto tutta una cosa pesantissima…”2

GM: “ma a firma di chi…Lugli? (fnc)…noo?”

NR: “ a firma di di…no no no a firma di un altro…che dice è una spia della Procura…ma no è un articolo fatto a posta cioè è un articolo che un suo…”

GM: “se mi dici come si chiama”

NR: “eh se me lo dici te me lo ricordo”

GM: “te lo dico…Marino Bisso?”

NR: “potrebbe esse si…”

GM: “capirai è amico mio, proprio tanto”

NR: “no, non mi ricordo…non sono sicuro…no forse no”

GM: “..è compagnissimo…è un anarchico…però.. (incomprensibile)

NR: “no ma forse non è lui…forse non è lui…booh…comunque questo qua mi ha detto NASO (fonetico) è uno che…proprio…diciamo fa le cose..no è stato un articolo fatto apposta…solo che tutti I giornali hanno fatto uscire senza nomi per non beccasse le querele…sti pezzi de merda de Repubblica…”

GM: “ma l’hanno individuate sto identikit?…li hanno individuati?”

NR: “di che cosa…ma non è tutta una ricostruzione..in cui dicono…cioè mi accollano a me delle cose…cioè ma è proprio un’infamità guarda..una cosa veramente gratuita”.

GM: “…lei dice questa cosa NISTRI…io ho letto…è venuto a casa mia…dice di non sapere niente…lui non è stato…io ci credo che non è stato.”

NR: “eh grazie stavo in galera…ce credo che ce crede eh…stavo in galera”

GM: “…io ci credo però secondo me lui sa chi è stato…”

NR: “si vabbè ho capito…me l’ha scritto pure su Facebook…è mia amica su facebook…me l’ha scritto pure su facebook…a signo’ cioè voglio dì…io so venuto…mi hai chiamato…io te potevo pure manna affanculo…comunque potevo di guarda signora non c’ho niente da dì…sò venuto m’è dispiaciuto perché poi è una povera vecchia…però poi dopo ho scoperto che ne libro che aveva scritto …aveva scritto una serie di infamita su di me non indifferenti…tanto bravo che belle foto Roberto grazie per le foto così…poi dopo dici si però tanto lui sa chi è stato…ma voglio dire a parte che sono chiacchiere cioè voglio dire…sono cosec he non dovrebbero avere nessuno”

GM: “no ma infatti…a un certo punto io leggo questo articolo su www.Repubblica.it…e leggo dice…io mi ricordo…fa lei…aperte virgolette…a…mi pare Carlo Bonini…ah forse è Carlo Bonini guard ate lo dico io è Carlo Bonini si è uno stipendiato da…no dalla Procura…dai Servizi…carlo Bonini…io mi ricordo…si è Carlo Bonini è il più famoso inchiestista italiano di Repubblica…”

NR: “poi ti racconto bene l’infamità di questo articolo capito…”

GM: “eh…dice..io mi ricordo…fa lei…non si capisce perché lo dice ora e non trenta anni fa….comunque…che uno dei due…che stavano…un biondino…c’aveva le unghie gonfie e ricurve”…l’hai letto quell’articolo?”

NR: “no non assolutamente…non leggo Repubblica…ho letto questo qua perché me l’ha detto mia madre m’è piato un bel colpo…”

GM: “…e poi te dico a voce che cell’ha le unghie gonfie e ricurve…”

NR: “vabbè io…non lo so…”

GM: “…e dico…è proprio…per me è proprio…perché è sottobosco criminale cioè tutto coincide…tutto coincide…”

…omissis…

GM: “…perché ti ha tirato in ballo…tu stavi in galera…non capisco”

NR: “I giudici pensano che quelli che hanno sparato a Ugolini sono gli stessi…che cazzo dici…quelli di Ugolini (UGOLINI Roberto, ndr) siamo io Nanni (DE ANGELIS Nazareno, ndr) e coso…Nanni c’è andato il giorno dopo a casa della madre (ZAPPELLI Rina Carla, ndr) e non c’entrava un cazzo c’aveva il braccio ingessato l’altro è Claudietto Lombardi (LOMBARDI Claudio) che nun c’entra una minchia e che così il terzo sono io. Quindi non è vero siamo noi tre…Anche se tu vuoi accettare la cosa che siamo stati noi tre comunque non è vero perché tutti e tre non c’entriamo un cazzo…quindi è un’infamità gratuita…la pistola è la stessa…non è vero è una cazzata c’hanno i bossoli de Ugolini e c’hanno I bossoli de quell’altro è una cazzata non è vero…I silenziatori sono uguali ma che cazzo…cioè…tutta un’infamità…tutta una cosa…sapendo che io non c’entro niente l’unico nome di tutto l’articolo…parlano di cento persone…l’unico nome che hanno fatto è il mio eh…vaffanculo va…accannateme…poi tutta questa cosa qua anche nei confronti dei compagni…ma tu la sai tutta questa polemica…”

GM: “…poi ti richiamo sono entrata a scuola…”

Anche per quanto riguarda l’utenza in uso a NISTRI Roberto, si ritiene assolutamente indispensabile proseguire l’attività tecnica sull’utenza telefonica allo stesso, oltre a procedere all’assunzione di informazioni da parte di GUALCO Maura cge, secondo quanto riferito per telefono a NISTRI Roberto, dovrebbe essere a conoscenza di una persona che potrebbe identificarsi nel “biondino con le unghie gonfie e ricurve”.3

In realtà no, la Procura non ha i bossoli del ferimento di Ugolini, poiché sono anch’essi misteriosamente scomparsi dall’ufficio corpi di reato.

Chi aveva parlato per prima di un uomo con le unghie ricurve di cui negli anni si è parlato spesso?

Carla Verbano, che aveva osservato a lungo quelle mani, quel 22 febbraio 1980:

Sia Carla che Sardo, infatti, sequestrati nella loro abitazione dai tre killer, hanno per quanto possibile cercato di ricostruirne l’aspetto. Il giorno stesso dell’omicidio, Carla dichiara:

[…] I tre parlavano sottovoce e direi con accento romanesco. Erano tutti in giovane età e posso descriverveli molto sommariamente come segue:

1) alto 1,80 circa aveva il volto coperto da un passamontagna color celestino che lasciava liberi solo gli occhi. Indossava un giaccone di panno blu e blu jeans. Aveva il guanto solo nella mano libera mentre impugnava un revolver cromato a mano nuda, e ho notato che aveva le unghie piuttosto grossolane con curvatura accentuata e senz’altro tagliate corte;4

Passano incredibilmente 15 mesi prima che il PM Amelio chieda conto a Gualco Maura della sua affermazione.

Il 27 giugno 2012 viene chiamata a rendere sommarie informazioni negli uffici del ROS.

Domanda: Che lavoro svolge attualmente?

Risposta: Sono una giornalista professionista, e fino a 3 anni lavoravo per l’Unità dalla quale mi sono volontariamente dimessa per ragioni familiari e lavorative. Attualmente svolgo l’attività di amministratore di alcuni immobili di mia proprietà.

Domanda: Lei viene sentita nell’ambito del procedimento penale relativo all’omicidio di Valerio VERBANO. Ne ha mai sentito parlare?

Risposta: Nel corso della mia vita mi sono trovata, per questioni di relazioni personali e professionali, a conoscere fatti legati al periodo degli anni di piombo. Uno dei fatti del quale so meno, perché non ho assistito a processi ne ho visionato carte, è l’omicidio di Valerio VERBANO. Non sono al corrente se sia mai stato indagato qualcuno ne prosciolto. Avendo intrapreso un progetto che è quello di scrivere una guida di Roma divisa a zone, nella quale si percorrono le strade della violenza eversiva a Roma, ho avuto modo di parlare con persone che erano al corrente di diversi episodi. Il mio libro doveva comprendere anche una parte dedicata all’elettorato. A riguardo di questo omicidio, ricordo che era uscito un articolo di giornale scritto da BONINI o DAVANZO, e che chiamava in causa un mio carissimo amico, NISTRI Roberto. In quel periodo NISTRI lo sentivo spesso per via del mio libro, e in concomitanza con l’articolo di giornale, ricordo che NISTRI mi disse che durante l’omicidio di VERBANO era detenuto. Inoltre mi disse che la madre di VERBANO lo aveva contattato di recente per poter avere un confronto.Lui era andato a casa della madre e aveva riferito che con quell’omicidio non c’entravano ne i NAR ne TERZA POSIZIONE. NISTRI Roberto in quella circostanza mi disse che che la sua idea era che i responsabili “erano roba di sottobosco”, altrimenti avrebbero saputo chi erano gli autori. Questo colloquio con NISTRI Roberto lo colloco temporalmente al momento immediatamente successivo alla pubblicazione dell’articolo su Valerio VERBANO.

Domanda: Tornando al motivo per cui viene sentita, lei ha mai parlato con qualcuno dell’omicidio di Valerio VERBANO?

Risposta: Con NISTRI Roberto e con una collega di nome ERRANTE Valentina, cronista giudiziaria del Messaggero. Ne ho parlato con lei dopo la notifica dell’invito per essere sentita in qualità di persona informata sui fatti.

Domanda: A riguardo del suo progetto di redazione del libro, si ricorda da chi aveva attinto informazioni per il quartiere Talenti?

Risposta: Solo da NISTRI Roberto e ZAPPAVIGNA Guido. Ricordo che NISTRI Roberto mi parlava soprattutto delle sezioni del Msi quali punti di ritrovo.

Domanda: Lei invece che quartieri frequentava?

Risposta: Ho sempre frequentato il quartiereMonteverde, anche se durante la mia adolescenza non c’era più quel fermento politico.

Domanda: Quali sono I suoi rapporti pregressi e attuali con NISTRI Roberto?

Risposta: Sono stata convivente di NISTRI Roberto per quattro anni dal 1996 al 2000.

Domanda: Conosce DE NINO Massimo?

Risposta: No, non lo conosco.

Domanda: Conosce BENEDETTI Fabio?

Risposta: No, mai sentito.

Domanda: Nell’ambito delle sue ricerche ha mai sentito parlare di qualcuno affetto da particolare difetto fisico, con una particolare conformazione delle unghi gonfie o violacee?

Risposta: No, non ricordo di conoscere nessuno che risponda a questa descrizione, ne di averne mai parlato con nessuno..

Il 10 dicembre del 2012 viene nuovamente convocata GUALCO Maura, stavolta presso gli uffici della Procura alla presenza del sostituito procuratore della Repubblica Erminio Amelio e della capitana del ROS Terry Catalano.

Invitata a riferire quanto è a sua conoscenza sui fatti intorno ai quali viene sentita avvertita dell’obbligo di dire la verità e delle conseguenze cui si espone chi tace in tutto o in parte circostanze a lei note, dichiara:

Confermo le dichiarazioni da me rese al R.O.S. in data 27 giugno 2012 dopo averne ricevuto integrale lettura

A.D.R. A domanda risponde

Ho conosciuto NISTRI Roberto circa 17 anni fa tra il 1995 e il 1996 e subito abbiamo iniziato ad avere una relazione che da amicale si è trasformata poi in sentimentale. Ricordo che quando ho conosciuto NISTRI egli era detenuto a Sulmona e usufruiva dei benefici dell’art 21 O.P.

[…]

Ho conosciuto parecchi soggetti gravitanti nell’area del c.d. Terrorismo nero in quanto, dal 1986, sono stata sposata con Luigi CIAVARDIN, fino al 1989.

A.D.R.

Quando vivevo con Luigi Ciavardini ho seguito qualche processo e ho letto le carte delle relative vicende in cui lui era stato coinolto, così come di altre vicende aventi imputati appartenenti al terrorismo di destra. Ho ovviamente sentito quello che CIAVARDINI e NISTRI dicevano per le vicende che li riguardavano faccio un esempio la vicenda dell’agente di Polizia chiamato “Serpico” davanti al liceo Giulio Cesare in cui CIAVARDINI e NISTRI non erano coinvolti. Sia CIAVARDINI che NISTRI mi dissero che a sparare a Walter ROSSI era stato ALIBRANDI Alessandro e che era presente anche Cristiano FIORAVANTI.

A.D.R

All’epoca in cui ho detto è cioè quando ho vissuto con CIAVARDINI e NISTRI non ho ricevuto dai predetti confidenze sull’omicidio di Valerio VERBANO.

Sull’episodio citato non ho acquisito notizie da nessuno ne ho letto libri che abbiano ricostruito la vicenda.

Ho letto solamente l’articolo apparso sul quotidiano La Repubblicain occasione di uno degli ultimi anniversari dell’uccisione di VERBANO, credo un articolo a firma di BONINI o D’AVANZO.Se non ricordo male l’articolo chiamava in causa anche Roberto NISTRI e io leggendo anche se non vivo più con lui ma avendo conservato un rapporto di amicizia, l’ho contattato e gli ho chiesto spiegazione sul fatto che era riportato il suo nome. Lui mi rispose che era sempre la solita storia, che lui al momento dell’uccisione di Valerio VERBANO che era detenuto e che lui era chiamato in causa per un silenziatore. NISTRI mi disse “non siamo stati noi a uccidere Valerio VERBANO” io allora gli chiesi “voi chi?” e lui rispose “né Terza Posizione, né i N.A.R.”

A.D.R

Le cose che ho prima riportato sono state dette da me e NISTRI nel corso di una conversazione telefonica, ma non ricordo con certezza se sono stata io a chiamarlo oppure lui, forse potrei essere stata io dopo aver letto l’articolo. Voglio precisare che io con NISTRI sono sempre rimasta in contatto e a lui facevo riferimento anche quando dovevo scrivere un articolo per L’Unità e ciò in quanto lo ritengo una pesona molto colta.

A.D.R

NISTRI e CIAVARDINI non mi hanno parlato dell’omicidio di CECCHETTI.

A.D.R

Ho saputo, ma non ricordo se è stato CIAVARDINI o NISTRI a dirmelo, che VERBANO aveva accoltellato Nanni DE ANGELIS a piazza Annibaliano qualche tempo prima che Valerio VERBANO fosse ucciso.

[…]

A questo punto l’ufficio legge parte della conversazione telefonica intercorsa fra la GUALCO E Roberto NISTRI in data 11/3/2011 alle ore 15.10,53 inerente la vicenda.

Quindi si chiedono spiegazioni e in particolare di riferire il nome della persona che ha “le unghie gonfie e ricurve”.

La GUALCO preso atto dichiara:

Ricordo che ho parlato con NISTRI della vicenda anche nei termini che mi sono stati letti. Mi si chiedono indicazioni sulla persona che aveva “le unghie gonfie e ricurve” e riferisco che sicuramente ho pensato a una persona e che tale nome ho fatto NISTRI a voce. Ma ora non ricordo assolutamente il nome di tale persona, posso chiedere a NISTRI se lui ha un ricordo migliore e in tal caso apprendendolo verrò a riferirlo.

L’8 giugno 2013 Maura Gualco viene chiamata di nuovo a rendere sommarie informazioni negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma davanti al sostituto procuratore dott. Erminio Amelio.

Viene invitata a riferire quanto è a sua conoscenza sui fatti intorno ai quali viene sentita ed avvertita dell’obbligo di dire la verità e delle conseguenze cui si espone chi tace in tutto o in parte circostanze a lei note, dichiara:

Confermo le dichiarazioni da me rese al R.O.S. in data 10 dicembre 2012 dopo averne ricevuto lettura integrale.

Domanda

Le è venuto in mente il nome da lei fatto a NISTRI Roberto in occasione del colloquio telefonico (intercettato) del 11/3/2011 alle ore 15.10,53 e cioè della persona che aveva le “unghie gonfie ricurve”?

Risposta

No, minimamente.

Domanda

Ha parlato con NISTRI Roberto per sapere se lui ricordava il nome di tale persona che lei gli aveva fatto, come lei ha detto nel corso delle dichiarazioni rese a questo ufficio il 10/12/12

Risposta

Ho provato a parlare con NISTRI, ma quando io gli ho detto di essere stata sentita in Procura non ha voluto più parlare con me.

Domanda

Perché lei ha riferito a NISTRI che era stata sentita in Procura?

Risposta

Ho detto a NISTRI che ero stata sentita in Procura perché ritengo che io non ero tenuta al segreto, o comunque non sapevo che dovevo mantenere il segreto.

A questo punto l’ufficio ritenuto che il tempo trascorso dalla citata telefonata (11/3/2011) e la prima audizione dal P.M. della GUALCO (10/12/12) non è tale da far dimenticare il nome della persona soprattutto se si tiene conto dell’importanza del fatto delittuoso e dei rapporti fra lei e NISTRI.

L’ufficio fa altresì presente che essa GUALCO, di sua iniziativa nel corso della telefonata citata fa riferimento alla “persona con le unghie gonfie e ricurve” e riferisce a NISTRI che il nome di tale persona glielo avrebbe riferito a voce, con ciò dimostrando che a distanza di tanti anni dall’omicidio lei ricordava benissimo le generalità di tale soggetto, nome che adesso dice invece di non ricordare nonostante sia trascorso meno tempo. Fa presente, altresì, che essa ha detto che il nome lo avrebbe riferito a voce (assumento quindi una particolare cautela) e che “tutto coincide”, circostanza della quale si chiedono ulteriori spiegazioni cioè si chiede di riferire che cosa coincide fra la persona con “le unghie gonfie e ricurve” e il “sottobosco” menzionato nella telefonata, contesto che non può che essere quello dell’omicidio di Valerio Verbano e dei suoi autori.

L’ufficio ammonisce il teste dicendo che ha l’obbligo di dire la verità e delle conseguenze di legge cui si espone chi tace tutto o in parte quanto a sua conoscenza.

Risposta

Io non ricordo assolutamente il nome di tale persona.

Il 6 marzo 2014 viene nuovamente convocata negli uffici della Procura dal PM Erminio Amelio.

Conferma il contentuto della telefonata con NISTRI. Dice di non ricordare il nome della persona con le “unghie gonfie e ricurve” il cui nome ho fatto a NISTRI come ho in precedenza dichiarato.

Le viene chiesto addirittura se tale persona potrebbe essere Andrea Munno ma Gualco Mauro dice di non conoscerlo.

Il sostituto procuratore ammonisce GUALCO Maura sull’obbligo di dire il nome ma la stessa insiste di non ricordarlo e che nel caso lo ricordasse tornerà per riferirlo..

Pochi giorni dopo, l’11 marzo 2014, viene ascoltato Nistri. Il quale sostanzialmente nega che Maura GUALCO gli abbia fatto il nome del “biondino con le unghie gonfie e ricurve”.

Nega un po’ tutto, anche cose assai poco verosimili, come l’aver saputo che era stato Verbano a scontrarsi con De Angelis solo anni dopo, dalla stessa Carla Verbano e addirittura di non ricordare l’episodio in cui fu ferito Stefano Cecchetti. Cosa assai improbabile visto lo scontrò che alimento a destra e sinistra quell’episodio…

Passano dunque 5 anni da quest’ultimo ascolto di NISTRI prima che il Pubblico Ministero chieda il rinvio a giudizio per Gualco Maura.

Anni in cui maturano i tempi per la prescrizione.

il 3 febbraio 2021 presso il Tribunale di Roma in composizione monocratica la dott.ssa Valeria Ciampelli dichiara che:

per il reato p. e p. degli artt. 378 c.p. e art. 1 L n. 15/1980 perché sentita dal Pubblico Ministero nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Valerio Verbano aggravato dalla finalità di terrorismo (reato commesso in Roma il 22/02/1980) aiutava ignoto soggetto a eludere le investigazioni delle autorità in particolare più volte richiesta di riferire le generalità della persona, o di fornire indicazioni sulla stessa, al fine di pervenire alla sua identificazione, ometteva e/o rifiutava di riferire alcuna notizia o circostanza utile al riguardo così impedendone l’identificazione e, conseguentemente, consentendo al predetto, direttamente coinvolte nelle fasi dell’omicidio, a eludere la investigazione dell’autorità giudiziaria procedente. In particolare chiesta di riferire in ordine al contenuto della seguente conversazione telefonica intercorsa fra la stessa e Roberto Nistri in data 11/3/2011 ALLE ORE 15.10.53 (RIT 758/11) inerente la vicenda del seguente testuale tenore:

GM (Gualco Maura) “eh dice io mi ricordo fa lei non si capisce perché lo dice ora e non trenta anni fa comunque che uno dei due che stavano un biondino c’aveva le unghie gonfie e ricurve” l’hai letto quell’articolo?

NR (Nistri Roberto) “no non assolutamente non leggo Repubblica ho letto questo qua perché me l’ha detto mia madre… m’è piato un bel colpo

GM: Poi te dico a voce che cell’ha le unghie gonfie e ricurve

NR: vabbè io non lo so

GM: e dico è proprio per me è proprio perché è sottobosco criminale cioè tutto coincide tutto coincide.

Riferiva

in data 10/12/2012

Ricordo che ho parlato con NISTRI della vicenda anche nei termini che mi sono stati letti. Mi si chiedono indicazioni sulla persona che aveva “le unghie gonfie e ricurve” e riferisco che sicuramente ho pensato a una persona e che tale nome ho fatto NISTRI a voce. Ma ora non ricordo assolutamente il nome di tale persona, posso chiedere a NISTRI se ha lui un ricordo migliore e in tal caso apprendendolo verrò a riferirlo.

In data 8/1/2013

Io non ricordo assolutamente il nome di tale persona.

In data 6/3/2014

Confermo il contenuto della telefonata con NISTRI di cui sopra. Non ricordo il nome della persona con le “unghie gonfie e ricurve” il cui nome ho fatto a NISTRI come ho in precedenza dichiarato.

Ribadisco di non ricordare il nome della persona.

Con l’aggravante di aver commesso il fatto per finalità di terrorimo.

In Roma il 6/3/2014

FATTO E DIRITTO

Con decreto ritualmente notificato GUALCO MAURA RAFFAELLA è stata tratta a giudizio davanti al Tribunale in composizione monocratica per rispondere del reato ascrittole in epigrafe.

La Difesa dell’imputata ha chiesto dichiararsi l’improcedibilità dell’azione penale per intervenuta prescrizione; a tale richiesta si sono opposti il Pubblico Ministero e la Difesa di parte civile (L’avvocato di Carla Verbano, Flavio Rossi Albertini n.d.a.).

Ritiene il Giudice che la richiesta difensiva sia meritevole di accoglimento, in quanto il termine di prescrizione massimo del reato è pari a sette anni e sei mesi, pur con l’aumento di pena previsto per l’aggravante contestata, che è fino alla metà.

Certamente deve ritenersi prescritto il fatto contestato con riguardo alle dichiarazioni rese in data 10.12.2012, risultando da allora decorso – alla data odierna – il periodo massimo di prescrizione, pari a sette anni e sei mesi.

Quanto alle contestazioni concernenti le dichirazioni rese in data 8.01.2013 ed in data 6.03.2014, si osserva che esse risultano esattamente corrispondenti a quelle rese nella prima occasione, ovvero in data 10.12.2021.

Se dunque le dichiarazioni in data 10.12.2012 costituiscono esse stesse reato, deve rilevarsi che quelle successive sono state rese quando erano già emersi a carico della GUALCO indizi di reità, dal momento che ella non fece altro che ribadire le dichiarazioni precedenti, a seguito delle medesime domanda a lei rivolte.

Pertanto le dichiarazioni rese in data 8.01.2013 ed in data 6.03.2014 sono inutilizzabili ai sensi dell’art, 63 co. 2 cpp.

Se da un lato i divieti di utilizzazione delle dichiarazioni auto – indizianti ex art. 63 cpp. non operano con riguardo a dichiarazioni che costituiscono esse stesse reato, come si verifica nel caso in cui il loro contenuto dia luogo alla configurabilità – a carico del dichiarante – del reato di favoreggiamento personale, deve d’altro lato osservarsi che “in tema di dichiarazioni indizianti, la inutilizzabilità erga omnes di dette dichiarazioni, prevista dall’art. 63 co. 2 cpp., per il caso in cui esse siano state rese da soggetto che fin dall’inizio avrebbe dovuto essere sentito in qualità di imputato o persona sottoposta ad indagini, è da riconoscere indipendentemente dalla circostanza che tale qualità venga poi effettivamente assunta o meno, ogni qual volta risulti che l’autorità procedente fosse già a conoscenza degli indizi di reità a carico del dichiarante” (cfr, Cass. Sez. III, 19.05.2005, n. 35629).

Ne consegue che il reato si è consumato alla data del 10.12.2012. e che le successive dichiarazioni, di contenuto corrispondente, rese quando già dalle precedenti emergevano a carico dell’imputata indizi di reità in ordine al reato di favoreggiamento, sono inutilizzabili.

Va conseguentemente dichiarata l’improcedibilità dell’azione penale per estinzione del reato, in assenza di evidenti motivi di proscioglimento nel merito.

PQM

visto l’art. 129 cpp.,

dichiara non doversi procedere nei confronti di GUALCO MAURA RAFFAELLA in ordine al reato ascrittole in quanto estinto per intervenuta prescrizione.

Roma 3.02,2021.

Si chiude così, a causa del ritardo incredibile della Procura nel chiedere il rinvio a giudizio di Gualco Maura e della poco convincente motivazione della dott.ssa Ciampelli, la possibilità di sapere chi sia uno degli assassini di Valerio Verbano.

1 . Procura della Repubblica, Tribunale di Roma, fasc 6391/11, Richiesta di archiviazione

2 Carlo Bonini, Omicidio verbano si stringe il cerchio, La Repubblica, 23 Febbraio 2011

Omicidio Verbano, si stringe il cerchio la prova del Dna contro uno dei killer

ROMA – Alla fine di un nulla durato 31 anni, ora il tempo di Carla Zappelli, 87 anni, la madre di Valerio Verbano, si è messo a correre. All’indietro. Alla mattina del 22 febbraio 1980. Al volto di almeno uno degli assassini. «Quello più alto, biondo, a viso scoperto». Carla è appena rientrata dal cimitero del Verano, dove ha passato un po’ di tempo da sola con suo figlio.

Il telefono squilla senza sosta. Le dicono che «forse, questa è la volta buona». Che deve credere in questa riapertura indagini della procura di Roma. Nella pista che porta ai due indiziati (uno ancora in Italia, l’ altro riparato in Brasile) su cui si è stretto il lavoro del Ros dei carabinieri. Lei ringrazia commossa. E torna a quella mattina: «È come un flash. Ricordo che aprii la porta agli assassini. E lo vidi in volto, quello lì. Aveva i capelli ricci e biondi. Rimase nella stanza a sorvegliare me e mio marito dopo che ci avevano legati, aspettando Valerio. Ogni tanto entrava nella stanza quell’altro, più bassino, che lo chiamava “fratello”. Il biondino stringeva la pistola nella mano, che gli tremava in continuazione. Ricordo le unghie delle sue dita. Un po’ bombate fortemente arrossate. Se mi mostrassero una sua foto dell’epoca, potrei riconoscerlo».

È possibile che a Carla Zappelli (già sentita lunedì dal pm Erminio Amelio) verrà presto mostrato l’ identikit aggiornato del «biondino». E magari una foto del tempo. Anche perché di lui e di almeno un altro degli assassini, l’ indagine ha messo insieme dettagli cruciali. Il Ros ha maturato la convinzione che i due appartenessero allo stesso gruppo di fuoco “nero” che gambizzò il 30 marzo 1979 Umberto Ugolini (Roberto, nda).

Un agguato per il quale ha pagato con il carcere Roberto Nistri, militante di spicco di Terza posizione, accusato per altro nella stagione dei pentiti “neri” di aver posseduto la pistola 7.65 con silenziatore artigianale che verrà lasciata dagli assassini di Verbano durante la fuga (Nistri verrà scagionato dal sospetto di aver partecipato all’omicidio perché in quel periodo era detenuto). «Quel Nistri – dice oggi Carla Zappelli – che a suo tempo ho voluto incontrare in questa casa. Che ha detto di non avere informazioni, ma che, ne sono convinta, conosce i nomi degli assassini di Valerio». Il Ros ha anche individuato uno dei luoghi in cui, tra il ’79 e l’80, quel gruppo cementò la propria “fratellanza”. La scuola professionale per sommozzatori “Marco Polo”, sulla via Salaria. Ai piedi del triangolo di quartieri Montesacro-Talenti-Trieste, dove il “gruppo” si era formato.

Dal lavoro sugli archivi della “Marco Polo”, l’indagine ha infatti recuperato l’ elenco degli iscritti ai corsi dell’80. E acciuffato i ricordi di almeno uno di loro (il cui nome venne per altro ritrovato annotato negli appunti sequestrati in un covo dei Nar di Torino).

«Ricordo – ha riferito il testimone due ragazzi che frequentavano la “Marco Polo”: portavano una catenina al collo con un fregio simile a una svastica. E ricordo il nome di uno di loro». Uno degli indiziati dell’omicidio Verbano, appunto. Partito, a un certo punto di quel 1980, per il servizio di leva nei paracadutisti della Brigata Folgore, a Livorno. Non è tutto. In questi due anni, da un polveroso anfratto dell’ufficio corpi di reato del Tribunale di Roma è riemerso il silenziatore artigianale avvolto nel nastro adesivo che armava la 7.65 ritrovata sulla scena del crimine di via Monte Bianco. Nei prossimi giorni, nei laboratori del Ris, sulla parte adesiva interna di quel nastro, quella entrata in contatto con i polpastrelli di chi lo maneggiò, la scienza forense, farà quello che 31 anni fa era impossibile fare. Verrà estratta la traccia biologica di chi preparò quel silenziatore. E almeno uno degli assassini di Verbano, oltre a un nome e a un identikit, avrà anche un profilo del dna.

3 . Tribunale di Roma, Procura della Repubblica, fasc. 6391/11, vdsi, 11marzo 2011.

4 . Archivio del giudice istruttore, Tribunale di Roma, fasc. 589/80A, 01 marzo 1980.

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